Partenza e arrivo: Ceriale (SV), via Cadanzo nei pressi del cimitero
Dislivello: 500m circa
Tempo percorrenza in salita: 1h,45-2h
Difficoltà: E
Segnavia: quadrato vuoto rosso
Cartografia: Finalese - Fraternali Editore
Avvertenza: Le condizioni dei sentieri descritti possono cambiare nel tempo.
L'escursionismo richiede conoscenze di base e consapevolezza dei propri limiti.
Accesso stradale:
All'uscita del casello di Borghetto Santo Spirito (autostrada A10 Savona-Ventimiglia) si raggiunge la S.S. Aurelia e la si segue in direzione Ceriale. Appena entrati in paese, circa trecento metri dopo la prima rotonda, si imbocca presso uno slargo sulla destra la ripida via Cadanzo, con la quale si raggiunge la zona del cimitero dove si parcheggia l'auto. (Paline indicative e segnavia dell'itinerario)
Itinerario
Dalla zona del cimitero (q.20m), prendendo
come riferimento il segnavia "quadrato vuoto rosso", si continua
lungo via Cadanzo sino ad incontrare sulla destra la deviazione per via
Piccardone.
Si prosegue su quest'ultima e, poco oltre una casa rosa, si va a sinistra lungo
una sterrata che si inoltra inizialmente in zone coltivate ad ulivo, diventa poi sentiero che offre, nei tratti con bassa vegetazione, bei scorci panoramici su
gran parte della zona costiera.
La stradina,
antica via di comunicazione con Borghetto S. Spirito, superata una vecchia piattaforma rialzata, entra nella bella
pineta del Parco di Capo d'Anzio, con il castello Borelli visibile tra gli alberi e situato in una zona particolarmente panoramica.
Il castello, edificato alla fine del XIX dall'Ingegnere e Senatore del Regno Bartolomeo Borelli (fu tra i progettisti del traforo del Frejus), sopra i resti di un antico ospizio monacale
medioevale, venne ideato dal proprietario secondo il concetto di autosufficienza
abitativa ed energetica, e la zona circostante concepita per la salvaguardia dell'ambiente
naturale.
Numerose infatti le opere di
idraulica ivi approntate, tra le quali canalizzazioni e dighe per la raccolta dell'acqua piovana tutte collegate tra loro; unitamente alla grande varietà di specie floreali
tipicamente liguri impiantate nel Parco
Ignorato il sentierino che scende verso il castello Borelli, si prosegue dritto per confluire, dopo breve tratto, su di una carrareccia e presso un trivio. Qui conviene abbandonare momentaneamente il segnavia "quadrato rosso", per evitare una ripida salita su di un tratto eroso e troppo dissestato, per continuare sulla stradella che volge a sinistra e procede in leggera salita. Dopo un ampio tornante sul versante sud del Monte Piccaro, si ritrova e si riprende a seguire il segnavia "quadrato rosso", continuando lungo la carrareccia che sale con gradualità nella macchia mediterranea, tra pini marittimi ed arbusti d'erica.
Poco oltre il segnavia "quadrato rosso" devia nuovamente dalla stradella. Si presentano due opzioni: seguire il sentierino indicato dal segnavia di riferimento oppure continuare comodamente sulla carrareccia. Entrambe le soluzioni convergono sulla insellatura sulla dorsale sommitale del Monte Piccaro.
Poco oltre il segnavia "quadrato rosso" devia nuovamente dalla stradella. Si presentano due opzioni: seguire il sentierino indicato dal segnavia di riferimento oppure continuare comodamente sulla carrareccia. Entrambe le soluzioni convergono sulla insellatura sulla dorsale sommitale del Monte Piccaro.
Con una breve deviazione si perviene ad un panoramico poggio
dove sorge la nicchia della Madonna della Guardia. protettrice di Borghetto, dal quale si può godere della bella ed ampia veduta sulla porzione di costa che va da Noli e Capo Mele.
Ritornati al punto della deviazione si prosegue lungo l'aperta dorsale (Costa del Cane) con la quale si raggiunge
la sommità del Monte Piccaro (280m), sormontata da varie antenne di
ripetitori.
Si continua ulteriormente lungo la zona sommitale, inizialmente quasi in piano,
poi scendendo ad una insellatura e quindi risalire repentinamente, tra bassi
cespugli e detriti, un'ulteriore crinale sino a raggiungere un dorso erboso.
Procedendo a sinistra si risale l'ultimo tratto di cresta, tra erba e bianche
roccette, sino a sbucare sulla sommità del Monte Croce (582m), sormontata da
una lunga croce metallica. Panorama splendido sulla piana Albenganese, dall'Isola della Gallinara a Capo Noli ed oltre, verso Genova e Portofino; nonchè sulle Alpi della Val Tanaro.
Il ritorno avviene per lo stesso itinerario di salita