lunedì 24 gennaio 2011

Finale Ligure: Rocca di Perti-Bric del Frate-Castrum Perticae e S. Antonino




Itinerario ad anello dalla frazione di Perti Alta, che unisce la salita alla Rocca di Perti a quella del Bric del Frate, nonchè la visita ai ruderi dell'antico Castrum Perticae ed alla Chiesa di S. Antonino.

NOTE TECNICHE

Partenza e arrivo: Finale Ligure (SV), frazione di Perti Alto
Dislivello: in salita 500m circa
Tempo di percorrenza: 3h,30/4h
Difficoltà: E
Segnavia: segni bianco rossi con sigla VP -" 2 bolli Rossi"-"Croce Rossa"- "2 rombi rossi vuoti"-"3 bolli rossi"-
Cartografia: Studio Naturalistico EdM SV-3
Avvertenza: Le condizioni dei sentieri descritti possono cambiare nel tempo. 
L'escursionismo richiede conoscenze di base e consapevolezza dei propri limiti.

Accesso Stradale
Dall'uscita autostradale di Finale Ligure si scende a Finalborgo. Ad una grande rotonda si volta a sinistra e si arriva sulla S.P. Finalborgo-Calice. Si va a sinistra e percorsi circa 1,5 Km si trova il bivio per Perti dove si svolta e si prosegue sino a raggiungere Perti Alto. Si cerca posteggio per l'auto nei pressi della Chiesa di San Eusebio. 





Itinerario

A Perti Alto ci si porta sul fianco sinistro dell'antica chiesetta di S. Eusebio dove si trovano le indicazioni ed il segnavia da seguire: palina per "Cava" e "Croce Vetta" - Segnali bianco rossi "VP".
Si ignora quindi un sentierino che scende a sinistra per fiancheggiare la struttura religiosa e prendere la stradina che transita presso alcuni vecchi cipressi. Ci si inoltra poi nella fitta e tipica vegetazione ligure, delimitata a monte da una formazione rocciosa.
Successivamente il sentiero, fiancheggiato da un muretto in pietre, prende a salire alternando brevi tratti in piano.
Presso un bivio si va a destra, e con erta salitella si perviene sull'ampio pianoro erboso antistante una vecchia cava dismessa, dove veniva estratta la pregiata "Pietra del Finale".
Si attraversa il pianoro e si imbocca una evidente stradina a destra che sale alla base dell'imponente bastionata rocciosa della Rocca di Perti, utilizzata come palestra per l'arrampicata.
Poco oltre un caratteristico spuntone roccioso, noto come "testa d'elefante", si perviene all'insellatura sommitale che separa il versante settentrionale da quello meridionale della Rocca di Perti
Si continua su di un sentierino che scende brevemente, va sinistra presso la deviazione per San Benedetto e la grotta del Mulo (Palina eVM) e prosegue in falsopiano tra la vegetazione sino ad un primo bivio.

Sulla sinistra si possono notare le c.d. "Formaggette", un curioso pinnacolo costituito da alcune grosse pietre sovrapposte. Ci si trova nei pressi del "Villaggio delle Anime", insediamento risalente all'età del ferro (X secolo A.C.), pochi resti del quale sono peraltro di difficile individuazione tra la fitta vegetazione.

Se si effettua una deviazione sul tratto a destra, si arriva in breve ad una salitella che porta ai resti di un'antica cava medievale. Sulla roccia si può ancora notare un'incisione a forma di croce.
Poco oltre invece si arriva all'ingresso superiore della Grotta delle Anime. Con breve discesa si può raggiungere l'ingresso inferiore e, poco più in basso, un ulteriore antro. 
Diversi importanti reperti archeologici risalenti al Neolitico (circa 8000 anni fa) sono stati rinvenuti nel sito, resti di ceramiche, monili e di scheletri umani.

Ritornati al bivio precedentemente lasciato si prosegue a sinistra, si ignorano due piccole deviazioni sulla sinistra sino ad incontrare un più importante incrocio, dove confluisce il sentiero con segnavia "3 bolli rossi" che sale da  Montesordo.
Qui occorre proseguire a sinistra, poi in leggera salita e successivamente, superate diverse formazioni rocciose affioranti e resti di antichi muretti a secco,  con breve ultimo strappo si raggiunge  il Bric della Croce (398m).
Panorama amplissimo. 





Si prosegue brevemente sulla sommità (palina indicatrice), per poi iniziare a scendere, superando alcuni tratti abbastanza ripidi per confluire successivamente sul sentiero contrassegnato da "tre bolli rossi" che sale da Montesordo.
Si continua in discesa transitando a fianco del "Grottino" del Bric della Croce, e dopo ulteriore tratto di ripida discesa, si arriva sull'ampio spiazzo dei "Cianassi".
Tavole con panche e utile fontana.

Qui si lascia il segnavia bianco rosso "VP" per proseguire sulla strada sterrata (segnavia "due bolli rossi") che dirige verso il caratteristico nucleo abitativo di Montesordo, quindi alla  Cappelletta di S.Carlo, per giungere poi ad un bivio nei pressi di una casa colonica abitata. Si prende la stradina di destra, che in leggera discesa dopo breve tragitto sbuca sulla bella distesa erbosa di "Pian Marino", fiancheggiata oltre che folti castagneti anche da imponenti pareti rocciose con evidenti cavità naturali, un tempo abitate dall'uomo preistorico.
Si percorre il pianoro sino ad individuare sulla destra una stradina (segnavia "croce rossa") che si innalza con tratti dal fondo piuttosto eroso e dopo alcune svolte porta presso una ex cava di "pietra del Finale". Si prosegue sulla destra sempre su evidente tracciato sino a raggiungere un colletto (Q. 330 m circa).
Qui con deviazione a sinistra, si perviene in breve sulla panoramica sommità del Bric del Frate ( 387 m), dove si trovano altresì alcune incisioni rupestri.




Dal colletto della deviazione si prosegue oltre (segnavia due rombi rossi vuoti), e con itinerario in leggera discesa, ignorata una deviazione a sinistra, si raggiunge il fondo del vallone dell'Ergea. Lo si percorre interamente, passando tra carpini,  lecci e vecchi terrazzamenti abbandonati,  sino a che si incontra un ulteriore bivio.
Qui è opportuno effettuare una deviazione a sinistra, per visitare dopo brevissimo tragitto, la zona sommitale dei caratteristici monoliti conosciuti come "I Frati".
Si ritorna quindi sui propri passi sino al bivio, presso il quale si prende il sentiero con segnavia "tre bolli rossi" che percorre le pendici del Bric Scimarco, e dopo leggera salita perviene ad un colletto (quota 250 m circa). E' d'obbligo qui effettuare un'ulteriore deviazione a sinistra per raggiungere in breve il sito archeologico dove si trovano le rovine del "Castrun Perticae" e, poco oltre, la piccola chiesa di S.Antonino.

Il Castrum Perticae, sorto  per la necessità di un rifugio ben protetto, probabilmente all'epoca della invasioni saracene (IX-X Sec.), è citato per la prima volta nel diploma con cui Federico Barbarossa, il 10 giugno 1162, investito della marca di Savona Enrico il Guercio.
La Chiesa di S. Antonino, costruita tra il X e l'XI secolo, è dedicata ad un soldato romano martire il cui nome è legato alla tradizione della Legione Tebana (legione romana prima decimata e poi completamente sterminata dall'Imperatore Massimiano, perchè i suoi componenti-circa 6.600 uomini comandati da S.Maurizio-si rifiutarono di giustiziare alcuni Cristiani nel Vallese) 





Ritornati al colletto si continua a sinistra sul sentiero dei "tre bolli rossi" effettuando una lunga discesa che termina al caratteristico abitato di Case Valle, e da qui sulla strada asfaltata che seguita a sinistra riporta a Perti Alto.
Prima di giungere all'abitato, si trova sulla sinistra la caratteristica Cappella di N.S. di Loreto, conosciuta come "Chiesa dei cinque Campanili" , uno dei rarissimi esempi di costruzione del Rinascimento. Essa risale al XV secolo ed è legata al ricordo del marchese Alfonso I del Carretto.