venerdì 2 marzo 2012

da Finalborgo a Verezzi




Sulle antiche strade che mettevano in comunicazione Finalborgo e Verezzi, passando per la Chiesa di S. Martino, situata in eccezionale posizione panoramica


NOTE TECNICHE

Partenza e arrivo: Finalborgo
Dislivello: circa 400m
Tempo di percorrenza: 3h,30/4h anello completo
Difficoltà: E
Segnavia: "losanga rossa" in salita- "tre bolli rossi" in discesa
Cartografia: Finalese - Fraternali Editore
Avvertenza: Le condizioni dei sentieri descritti possono cambiare nel tempo. 
L'escursionismo richiede conoscenze di base e consapevolezza dei propri limiti.

Accesso Stradale
Dall'uscita autostradale di Finale Ligure si scende a Finalborgo. Si lascia l'auto nelle aree parcheggio nei pressi di Porta Testa.






Itinerario
Dall'antica Porta Testa di Finalborgo si supera il ponte che attraversa il torrente Pora e si arriva sulla strada provinciale. Si segue quest'ultima per circa 100 metri, sino ad individuare sulla destra un piccolo slargo dove inizia l'itinerario ad anello. 
La via di salita, a sinistra, è segnalata dal "rombo rosso" , mentre la via del ritorno, a destra, con segnavia "3 bolli rossi".

Si prende quindi a sinistra la sterrata (strada comunale della Cappelletta o del Capo Rettificata), ritenuta da alcuni di epoca napoleonica, che dopo pochi minuti di cammino porta alla chiesetta della "Regina Pacis", edificata dai Padri Scolopi all'inizio del secolo scorso.




Il percorso continua in leggera salita con alcune svolte sino ad una breve salitella su tratto eroso, superata la quale si raggiunge un'ulteriore ampia sterrata, nei pressi del cancello d'ingresso di una grande cava.




Si continua il percorso sull'ampia sterrata sinchè questa, dopo ulteriore salitella e varie svolte spiana leggermente. Qui si lascia il prosieguo della via cosidetta "Napoleonica" per deviare a destra, su di un sentiero che si inoltra nella boscosità e dopo aver superato alcuni bivi (prestare attenzione al segnavia "rombo rosso"), arriva all'edicola sacra e semi diroccata della Madonnina degli Scagnei. 
Nel prosieguo il percorso, a tratti su fondo roccioso e fiancheggiato da antichi muretti a secco, si inoltra lungamente nella fitta lecceta, supera alcuni bivi sino a sbucare in uno slargo sottostante la chiesa di S. Martino, crocevia di altri itinerari.
Una radura di terra rossastra presenta una curiosa concavità, tipica di "dolina", mentre su di un'altura a destra si intravedono i resti delle vecchie abitazioni dei cavatori di pietra.
La zona all'intorno infatti, era un tempo interessata da intensa attività estrattiva in cava della pregiata "pietra del Finale".
Da qui, con ultima breve salitella su caratteristico ed antico selciato, si arriva al piccolo cimitero di Verezzi ed al complesso religioso della Chiesa di S. Martino e del Santuario di Maria Madre e Regina  (q.269m).




La Chiesa, risalente al 1625, è dedicata a San Martino Vescovo, patrono di Verezzi. Sorge sui ruderi di una chiesa costruita dai benedettini forse prima dell’anno 1000. Una seconda costruzione a nord ovest della chiesa e che costituisce oggi il Santuario di Maria Madre Regina (Regina Mundi), era l’antico oratorio.
Poco prima del complesso religioso si trova la “ Campana della Mamma”, che ogni giorno, alle ore 19, suona una serie di rintocchi in ricordo di tutte le mamme defunte.

Si passa tra i due edifici religiosi (fontana) al termine dei quali si prende a destra una traccia inizialmente scavata nella roccia, che poi diventa sentiero ed arriva al “Mulino Fenicio”, una antica costruzione a forma di torre un tempo adibita a mulino eolico. 
E' così chiamato per il particolare sistema di funzionamento a pale interne di origine medio orientale. Le pale, situate all’interno della struttura, venivano azionate dai venti provenienti da ogni direzione grazie ad un sistema di feritoie aperte sui lati della costruzione.

Proseguendo ancora oltre si arriva alla grande croce in pietra (Croce dei Santi, anno 1664) posta su di un poggio panoramico e meta di pellegrinaggi, dove termina il percorso di salita.

Ritorno ad anello

Si continua oltre per breve tratto sino ad individuare un sentierino che stacca sulla sinistra, poco prima di alcune paline indicative.
La traccia, dopo un tratto in piano prende a scendere ed arriva all'Arma Crosa, una grotta calcarea tipica del territorio finalese, abitata sin dal Paleolitico (esaustivi pannelli esplicativi).
Davanti a questa scendono alcuni scalini ed una diramazione  a destra che passato un archivolto sbuca nella piazzetta con i caratteristici antichi lavatoi. Si va a sinistra e percorrendo un tipico vicolo ligure, tra le tipiche abitazioni liguri, si fa ritorno al poggio panoramico dove sorge la Chiesa di S. Martino.
Si passa nuovamente tra i due edifici religiosi per prendere un sentiero che scende alla radura sottostante.
Qui si prende il sentiero con segnavia "3 bolli rossi" che stacca a sinistra, conosciuto come "Antica Strada dell'Orera", antica via di comunicazione tra Verezzi e Finalborgo, ritenuta da alcuni parte del tracciato dell'antica via romana Aurelia.
Il percorso si snoda in zona boschiva (prestare molta attenzione al segnavia presso i vari bivi) per  transitare poi presso il pilone votivo della Madonna Addolorata.
Sulla lapide semidistrutta è incisa una scritta in latino, il cui significato è "Tutti voi che siete per la via, (fermatevi), e guardate se esiste un dolore pari al mio".
Segue una lunga discesa, che si snoda tra muretti a secco, lecci e roverelle, con molti tratti dissestati, erosi e piuttosto ripidi per terminare infine alla confluenza con l'itinerario di salita.