sabato 11 aprile 2020

Sentiero delle Terre Alte-Traversata da Toirano a Spotorno




Un lungo e panoramico percorso che dall'antico borgo di Toirano porta a Spotorno, passando per l’importante valico del Colle di Melogno e della Colla di San Giacomo.  La denominazione  “Terre Alte” e' dovuta al fatto che si distacca dai percorsi costieri per inoltrarsi nell'entroterra, seguendo antichi tracciati usati per i collegamenti tra la costa e la pianura Padana. Sul percorso si incontrano molte testimonianze di antiche attività, come i caratteristici terrazzamenti con muri a secco, resti di mulini e fornaci da calce, oltre alle numerose caselle (costruzioni a secco a base circolare in pietra) usate come ripari da pastori e tagliatori di fieno, oppure le piazzuole delle carbonaie dove si produceva il carbone di legno.
Lungo l’itinerario si trova altresì il valico del Melogno, di grande importanza strategica, con l’imponente fortezza di sbarramento realizzata nel 1883-1895 dal Regio Esercito per difendere l'accesso al passo.
Successivamente si trova anche lo storico valico di Colla San Giacomo, che collega Orco Feglino ed il Finalese al comune di Mallare in Val Bormida, utilizzato sin dai tempi antichi da pellegrini ed eserciti, nonchè per i traffici commerciali con la Valle Padana. Sul colle si trova una chiesina con annesso ricovero, una lapide dedicata ai soldati che ivi combatterono nelle guerre napoleoniche ed un monumento a ricordo degli scontri tra partigiani e truppe nazifasciste.

NOTA: Il trekking  descritto è il tratto che da Toirano va a Spotorno, suddiviso in cinque tappe,come da progetto originale.
Può essere però modificato a piacimento, sia nella lunghezza che nelle soste, oppure percorrendo solo una singola tappa.  
Se percorso integralmente è da tenere presente che il tratto Melogno - S.Giacomo – Spotorno, presenta notovoli difficoltà dovute alla mancanza di posti tappa. 
Percorrerlo nella sua totalità senza soste significa affrontare una lunghissima camminata (oltre le 8/9 ore).




1^ tappa: da Toirano al rifugio di Pian delle Bosse (m. 841)
Tempo di percorrenza: 5h
Dislivello complessivo: 1100 m
Lunghezza: 9,5km
Da Toirano Piazza Rosciano si va in via Certosa, si attraversa poi il torrente Varatella, si arriva in localita' Mulini e quindi alla Certosa. Al bivio per la frazione Dari, si prende a sinistra, passando dall'ex convento per arrivare sulla provinciale per Boissano. Qui si imbocca la strada asfaltata che porta alle Grotte, e dopo un centinaio di metri si prende un sentiero sulla destra, chiaramente marcato dal segnavia e da cartelli in legno, che per un ripido percorso dal fondo in selciato, con 16 tornanti tra gli ulivi, arriva poco sotto la grotta-Santuario di Santa Lucia, che merita una visita.
Proseguendo ulteriormente sulla stradina si arriva alla biglietteria delle grotte e successivamente ci si inoltra nella valle del rio Vero, tra la tipica macchia mediterranea e pareti rocciose, zone pietrose e boschetti.
Il sentiero prende poi ad innalzarsi, anche con tratti piuttosto ripidi, supera la deviazione a destra per alcune falesie di arrampicata e successivamente la deviazione per il "Sentiero dei Daini" (palina segnaletica).
Transitati presso un'ulteriore zona di pareti attrezzate per l'arrampicata, si sale a zig-zag tra pietre e lastroni rocciosi per arrivare, dopo lunga e faticosa salita, nella zona del "Pisciau", la cascatella che si forma dalla sorgente del Rio Vero, che scorre copiosa solo in caso di piogge consistenti.
La si deve aggirare salendo al suo fianco, lungo una ripida traccia con alcune roccette dove occorre aiutarsi con le mani.
Questo tratto,  da classificarsi per Escursionisti Esperti, è da affrontarsi con la dovuta cautela ed è da evitare in caso di pioggia o umidità per la sua scivolosità.
Seguitando tra rupi e pinnacoli si raggiunge la testata del Vallone, quindi si risale il Rio dell'Urva sino alla sorgente, poi tra arbusti ed alberelli si perviene infine sulla radura erbosa della Casa del Prato, crocevia di vari itinerari.
Si lascia sulla sinistra la diramazione per l'antica Abbazia di San Pietro dei Monti per continuare a destra, sempre seguendo il segnavia giallo rosso delle TA, che in breve porta ad un ulteriore crocevia di itinerari, nella zona sovrastante il poggio panoramico in cui sorge la Chiesetta di S. Pietrino (q.477m).





L'appartata chiesina, cara al cuore dei Boissanesi, venne edificata tra il 1829 e 1830 con le donazioni dei cittadini emigrati a Gibilterra.

Si riparte seguendo la segnaletica in direzione di Pian delle Bosse, tra macchia, pini e ginepri, sul tracciato di una via Napoleonica, la cui costruzione e' attribuita ai genieri dell'armata francese nel periodo della battaglia di Loano (23-24 novembre 1795). Questa dopo aver percorso il versante est del monte Ravinet arriva al valico di Prato Peglia dove si incontrano due "caselle" molto ben conservate tra prati di lavanda selvatica. Deviando di circa duecento metri dal tracciato, sul crinale in direzione del mare, si può raggiunge un punto panoramico che abbraccia l'arco di costa tra Varigotti e l'isola Gallinara, le valli del Maremola, del Nimbalto e del Varatella. Nelle giornate particolarmente limpide si vede chiaramente la costa sino alle alpi Apuane, l'isola Capraia, la Gorgona e la Corsica.
Si continua il cammino segnalato e dopo poche decine di metri si raggiunge il punto piu' alto della tappa, m. 880, per iniziare una lunga discesa su di una comoda mulattiera, in parte lastricata, in dolce pendio tra boschi di faggio, poi di carpini e betulle per arrivare al guado del rio Fissone. Da qui inizia una nuova ascesa sul versante opposto della valle. Passata una casa in pietra, cascina Capurro, si arriva alla zona della Rocca dell'Avio, possente torrione di roccia compatta, utilizzato come palestra di arrampicata. Si arriva quindi al rio Fundia, che anticipita l'ultimo strappo in salita, denominato "Scala Santa", al termine della quale, con breve tratto a destra, si arriva all’accogliente rifugio di Pian delle Bosse (841m).




2^ tappa: dal Rifugio Pian delle Bosse al Colle del Melogno (1027m)

Tempo di percorrenza: 6h/7h
Dislivello: 850m
Lunghezza: 13,82km

Sul retro del Rifugio si prende una stradina che attraversa un noccioleto e transita nei pressi di un'antica "casella" in pietre. Quando la strada, presso una curva inizia a scendere, occorre deviare sulla sinistra (segnavia TA), superando una piccola rampa rocciosa iniziale. Successivamente, pressochè in piano, si arriva ad una ulteriore "casella", con la zona antistante delimitata da lastre di pietra. Proseguendo ancora si trova un bivio dove si va a destra in discesa, e dopo una serie di tornanti si arriva a guadare il Rio di Giustenice.
Con successiva salita si raggiunge la conca dove sorge la Cascina Porro-La Lucanda, accogliente Rifugio e BeB.
Si prosegue seguendo una pista forestale che si inoltra sinuosa nel bosco, alla quale fa seguito una ripida salita. Si incontra un'ulteriore "casella" in pietra e successivamente si sbuca su di una mulattiera dal fondo selciato.
La si segue a destra ed in breve si arriva sull'ampia sterrata che sale al Giogo di Giustenice.
Si continua su quest'ultima in salita per circa 1 km, sino ad un bivio presso una sbarra ed una costruzione diroccata, dove occorre deviare a destra.
Questo tratto coincide con un percorso della Comunità Montana Pollupice, segnalato con "quadrato rosso" e con la via alpinistica "cresta Mario" che porta alla vetta del Bric Aguzzo, segnalata con bollino bianco.



Si raggiunge poi una radura, quindi si rientra nella faggeta e si effettua un lungo percorso a saliscendi  nella boscosità; successivamente il sentiero si restringe affiancato da un tratto attrezzato con un corrimano, per arrivare al guado sul Rio Slige, dove una bella cascatella forma un grazioso laghetto ovale.
Segue una ripida e disagevole salita dopo la quale si prosegue in falsopiano, si supera l'avallamento di un rio asciutto per confluire su strada forestale che procede in lenta discesa, supera le deviazioni per la Ferrata degli Artisti (un percorso alpinistico attrezzato sulla Costa dei Balzi Rossi), per arrivare infine ad un bivio.
Si va a sinistra, riprendendo a salire sino alle cascine di "Ca' dell'Erscia". Oltrepassate queste, presso un tornante, si taglia verso oriente attraversando la zona dei Prati del Pizzo per arrivare successivamente ad una radura. Ci si dirige a nord, lungo un sentiero che coincide con "l'itinerario dei Forti" tracciato dal Comune di Magliolo (doppia linea orizzontale gialla) e con questo si raggiunge il Valico del Colle del Melogno





3^ tappa: Dal Colle del Melogno a Pian dei Corsi
Tempo di percorrenza: 2h,30/3h
Dislivello: 200m
Lunghezza: 8km

Lungo questo tratto il percorso delle Terre Alte ricalca l’itinerario dell’AVML (segnavia bianco rossi). 
Dall’ampio slargo del Colle del Melogno (1028 m), si attraversa la fortificazione di sbarramento e si scende sulla strada asfaltata per circa 1,5 Km sino ad un importante bivio. Si prende la ramificazione di sinistra e dopo un breve tratto dopo il Bar Trattoria “Din”, si svolta a destra su stradina che si inoltra tra noccioleti e faggi e che segue in parallelo la soprastante strada provinciale, attraversando le regioni Fontane e Strinà, tra resti di vecchi ricoveri dei carbonai.
Superato il Rio Bonora si risale fino ad incontrare l'area di sosta sottostante la cappella della Madonna della Neve (937 m).
Per il valico della Madonna della Neve passava la “Strada Beretta” o “Strada della Regina” costruita nel 1666 per rendere agevole il viaggio dell’infanta di Spagna Margherita che, passando per Finale, Alessandria e Milano, doveva recarsi a Vienna a sposare l’imperatore d’Austria. Anche la Cappella della Madonna della Neve fu costruita in occasione del viaggio di Margherita di Spagna. 
Distrutta nel corso della II Guerra Mondiale, la cappella è stata ricostruita nel 1954. Nei pressi dell'edificio si trova anche una fontana.
Il percorso prosegue in discesa all'ombra di faggi dai fusti di dimensioni notevoli.
Dopo un quarto d'ora di cammino, si supera un primo bivio con una strada che scende sulla destra e a poche centinaia di metri un altro bivio con la strada proveniente da Casa dell'Alpe. Si prosegue nuovamente a sinistra iniziando a salire. Seguendo il segnavia delle Terre Alte e quello dell'Alta Via si arriva sulla strada provinciale per Carbuta, in corrispondenza dell'ingresso superiore del Vivaio Forestale Pian dei Corsi (875 m) e l’annesso Rifugio.
Per accedere alla struttura, dotata di 30 posti letto,  occorre proseguire per alcuni metri lungo la strada asfaltata.




4^ tappa: da Pian dei Corsi alla Colla di San Giacomo

Tempo di percorrenza: 2h,30/3h
Dislivello: 240m
Lunghezza: 7km
Dall'ingresso superiore del vivaio, il percorso prosegue in salita su una strada forestale  a monte della strada provinciale. Con percorso in faggeta si raggiunge Pian dei Corsi (1029 m) in corrispondenza della piazzola per gli elicotteri dell’ex base militare NATO (era una stazione di radiocomunicazioni militari). La zona è interessata ora dall’installazione di varie pale eoliche.
Il TA (e l’AVML) prosegue costeggiando per un tratto il perimetro sud-est della base, per raggiunge il punto più elevato della zona  che regala un bel panorama sulle Valli delle Bormide e, nelle giornate terse sulla catena alpina.
Da qui il tracciato prende a scendere dolcemente tra faggi a noccioleti. Un sentiero sulla destra porta al piccolo Rifugio Siri.
Si arriva così al Giogo di Cravarezza (961 m) dove convergono diversi percorsi. Si seguita per un breve tratto sulla strada forestale che si collega a sud alla sottostante strada per la Colla San Gacomo, per poi riprendere il sentiero sempre in faggeta orientato verso nord (prestare attenzione ai segnavia). Superata la sommità del Bric Praboè (891 m) dove si trova anche l'ingresso della "Grotta di San Giacomo” (attenzione! pericoloso avvicinarsi) il sentiero scende sino a raggiungere la Colla di San Giacomo (799m), importante e storico valico, crocevia di vari itinerari. Sulla Colla si trova la cappelletta rifugio di San Giacomo, con tavoli e panche ed accanto una sorgente.



5^ tappa: da Colla di San Giacomo a Spotorno

Tempo di Percorrenza: 5h,30
Dislivello: 280m
Lunghezza: 13,5km

Dalla chiesetta-rifugio si ignorano i segnavia “giallo-rossi” di riferimento che scendono in un noccioleto  (tratto impervio e disastrato), per seguire la più comoda sterrata soprastante. Dopo breve tratto su questa si lascia l’AVML che devia a sinistra, per continuare lungamente sulla stradella che scende con continuità, supera il raccordo con il tratto delle TA precedentemente ignorato, per arrivare ad una deviazione, da individuare sulla destra, utilizzata anche dalle MTB, che in breve porta ad una cascina isolata e successivamente sulla sterrata che dalle Rocche Bianche va al Colle del Termine. Si devia su di un sentiero che sale sulla destra e porta ad una zona erbosa alla base del Bric Frabosa. Si consiglia una deviazione sulla destra per raggiungere la sommità di detta altura  (673m) dove si gode di una vista a 360 gradi.

Ritornati alla zona erbosa si effettua la discesa dalla parte opposta, su sentiero altamente eroso che si collega ad una stradella. Si segue quest’ultima a sinistra ed in breve si arriva ad una vecchia cava dismessa e, successivamente alla zona delle Rocche Bianche.

La Battaglia delle Rocche Bianche
Le Rocche Bianche furono teatro di uno degli episodi più gravi della Lotta Partigiana nella zona Vado-Quiliano.
La notte del 27 novembre 1944 a seguito di un grande rastrellamento da parte delle truppe tedesche, un gruppo di Partigiani del distaccamento "Calcagno", per consentire alle altre formazioni della zona di ritirarsi e mettersi in salvo, si attestò alle Rocche Bianche e resistette sino al giorno 28 novembre.
I tedeschi provati da molte perdite e da una resistenza inaspettata, si ritirano battuti.





Dalle Rocche Bianche si continua a sinistra lungo la strada asfaltata che passa davanti all’ex Trattoria “Ca’ di Gatti”, e prosegue lungamente (circa 1,7 km) sino all' importante bivio per Vezzi Portio, che si supera per arrivare ad un successivo slargo sulla destra.
Si devia su questo per prendere poi un sentierino che dirige verso il Bric del Forno e dopo un primo tratto in piano inizia a scendere tra alberi ed arbusti e roccette sino a sbucare sulla strada per Vezzi Portio.
Si ignora l’ampia sterrata per prendere una deviazione sulla sinistra che scende in zona boschiva, passa alle pendici del Bric della Berba, supera un bivio ed arriva al Colle della Berba dove inizia la dorsale che con lungo percorso a saliscendi sul crinale porta al Bric Colombino (433m), riconoscibile da lontano per le varie antenne che lo sormontano.
Da questo si scende alla sottostante strada sterrata Tosse-Vado Ligure, che seguita a sinistra porta al Colle del Trevo e successivamente ad una salitella dal fondo in cemento che sale al Passo Stretto,. Qui si svolta a destra su di una "rampetta" che conduce ad un ripiano ed infine ad una breve salitella che termina sulla vetta del Monte Mao (440m).
Vastissimo il panorama su gran parte della costa ligure.
Da qui, seguendo sempre i segnavia inizia la discesa verso Spotorno, percorrendo una dorsale, poi un lungo e ripido tratto, utilizzato anche dalle MTB,   che termina sulla via Antica Romana. Si prosegue a destra di questa che diventa asfaltata, in breve raggiunge le prime abitazioni e successivamente il centro di Spotorno.