Una passeggiata
nella boscosa zona di Pian dei Corsi, per visitare il borgo abbandonato di Cravarezza,
facente parte del Comune di Calice Ligure ma situato oltre lo spartiacque con
la Val Bormida.
Malgrado il
borgo sia ormai costituito da ruderi (salvo la chiesina e l’annessa scuola) trasmette un qualcosa di misterioso, quasi magico.
Partenza e arrivo: SP del Melogno zona Pian dei Corsi
Difficolta: T/E
Lunghezza: 9 km circa
Tempo di percorrenza: 4 ore
Dislivello: 350 m
Segnavia: bollo bianco (segni vecchi- praticamente segnavia inesistenti)
Nota: Le condizioni dei sentieri descritti posso cambiare nel tempo
AVVERTENZA: 8-3-2021- Il sentiero diretto a Cravarezza risulta ingombro.
Quello di ritorno ad anello, che passa per l'ex miniera e la Base Nato risulta molto ingombro e quasi impraticabile.
PER QUANTO SOPRA SI SCONSIGLIA l'ITINERARIO DI RITORNO AD ANELLO
Accesso stradale
Dal Casello autostradale di Finale Ligure
(SV) si prende la SP del Melogno. Al grande bivio presso la trattoria del Din,
si prende per Osiglia-Bormida e Carcare sino ad arrivare ad un successivo
importante svincolo dove si svolta a destra per Orco Feglino-Calice. Si arriva
così alla cappella di Madonna della Neve e successivamente alla Zona Forestale di
Pian dei Corsi. Si lascia l’auto nello slargo poco prima della deviazione per
la Fattoria Eolica, alla base di una grande pala eolica.
Itinerario
Ci si inoltra lungo l’evidente carrareccia che entra nella boscosità, composta
in gran parte da castagni e faggi, e dirige verso il Bric della Binella. Si
supera una fonte (Moina Gambada) e si arriva ad un cippo a ricordo del sacrificio
del Partigiano Luigi Chiappe “Otto” del distaccamento Rebagliati.
Con successivo tratto in discesa si transita presso i ruderi della cascina
Ghirba e dopo alcuni tornanti alla Cascina Mugè, con annesso seccatoio per le
castagne (Teccio).
Con ulteriore percorso si arriva alla cascina dell’Orso, dove un tempo era
attiva anche un’osteria.
Si attraversa poi un Rio e con
leggera salita si arriva al borgo montano di Cravarezza, da tempo abbandonato, con
il nucleo centrale praticamente costituito da ruderi.
L'abbandono è dovuto alla posizione isolata, sperduta tra immensi boschi di
castagni, ed alle conseguenti indubbie difficoltà di vita, conseguenti anche al
clima tipico di queste zone affacciate sulla Val Bormida, con inverni gelidi e molto nevosi.
La frazione era arrivata ad avere circa un centinaio di abitanti, ben due
osterie e nel circondario una quindicina di cascine, tutte abitate.
L’economia principale della zona, oltre alla coltivazione di alberi da
frutta e l’artigianato del legno, si basava soprattutto sull’attività estrattiva
della vicina miniera di grafite, tanto che la sua chiusura, avvenuta nel 1964,
ha decretato la morte del borgo.
Salvati dalla rovina la chiesetta di S. Giovanni Battista (riattata nel
1955) e l'annessa scuola elementare.
Ogni anno, il 29 agosto, in occasione della festività in onore del
Santo, la comunità parrocchiale di Calice vi si reca in pellegrinaggio e vi celebra una funzione religiosa
Si prosegue nel percorso ad anello continuando sino a Ca’
del Tasso, dalla quale si prosegue sino ad arrivare ad un bivio dove, con una breve
deviazione, è possibile visitare la zona dell’ex miniera di grafite, in
località Piagge Nere, attiva sino ai primi anni del 1960.
Il successivo tragitto porta alla zona di Pian dei
Corsi, si lascia sulla sinistra l’ex Base NATO e si fa ritorno al punto di
partenza sulla Strada Provinciale.