martedì 23 marzo 2021

dal Santuario di Savona alla Madonnina del Crovaro ed al Monte Castellazzo

 


Lunga escursione su antichi sentieri dimenticati.
La parte iniziale si svolge sul percorso n.1, recentemente riattato e risegnato con il segnavia "cuore rosso"; la seconda parte, che aggira il Monte Castellazzo, si svolge sul percorso n.3 entrambi contenuti n
el vecchio libretto dei "Sentieri dell'entroterra Savonese" 

NOTE TECNICHE

Partenza e arrivo: Santuario di Savona
Dislivello: 485m circa

Lunghezza: 10,50 km
Tempo di percorrenza: circa 4h,30/5h per l'anello completo
Difficoltà: E/EE (Escursionisti Esperti)
Segnavia: pittogramma “cuore rosso” – (già itinerario “n.1” dei vecchi “Sentieri dell’entroterra savonese”) sino al Crovaro - "2 triangoli rossi" al Monte Castellazzo
Cartografia: Studio Naturalistico EdM-SV2

Avvertenza: Le condizioni dei sentieri descritti possono cambiare nel tempo.

NOTA: il tratto iniziale del sentiero segnato con "cuore rosso" si snoda in ripida salita ed è a tratti meleagevole, a causa del fondo sconnesso e scivoloso. Occorre procedere con attenzione. Sconsigliato in discesa. Per Escursionisti Esperti.

Accesso stradale
Dal centro di Savona si percorre Corso Ricci, si arriva  alla grande rotonda nei pressi di Lavagnola e da qui si prosegue per il Santuario. 
Conviene lasciare l'auto nell'ampio parcheggio antistante il cimitero, poco prima della piazza principale con la basilica (q.80m circa)





Itinerario
Dal parcheggio ci si porta sulla strada comunale e la si percorre a sinistra per circa 500 metri, sino alla frazione di S. Bernardo in Valle.

Arrivati dal monumento ai Caduti (piazza IV novembre) si svolta in via Priocco, si supera il ponte sul torrente Letimbro e si continua dritti per un altro tratto sino ad un bivio. Si va a destra, e dopo pochi metri nuovamente a destra sino al termine della stradella. Qui si svolta obbligatoriamente su di un tratto che inizialmente affianca il greto di un rio e successivamente passa sotto l'aereo ponte della ferrovia.

Poco oltre quest’ultimo, si individua un sentierino che stacca sulla destra (segnavia rosso a forma di cuore e scritta Bric Crovaro), che sale repentino. Si ignora una prima deviazione a destra, per continuare con alcune svolte in salita su terreno dal fondo piuttosto eroso e reso scivoloso dalle foglie di leccio cadute.
Segue una lunga serie di salite in zona fittamente boscosa, tra alberi ed arbusti tipici della macchia mediterranea (pini, lecci, roverelle ed erica), con brevi ma appaganti scorci panoramici sulla zona del Santuario e le alture circostanti.

Dopo lungo cammino si arriva ad un bivio. Qui si presentano due opzioni:
1) L’itinerario originale prevede di andare a sinistra, ma poco oltre occorre superare un breve  tratto in frana e poi proseguire con alcune svolte in salita.
2) Si può aggirare il tratto in frana prendendo la diramazione di destra, segnalata solo per breve tratto col simbolo del “cuore rosso”, che sale a svolte e con percorso "da inventarsi" tra i fitti arbusti.

Entrambi i percorsi sfociano su miglior sentiero, segnalato con tracce di pittura “gialla e rossa" che deve essere seguito a sinistra e dopo ulteriore lungo tratto in salita si arriva sulla strada che sale dal Bosco delle Ninfe (via Ranco), poco sopra la Madonnina del Passo del Crovaro (q.400m circa).

 



Si prosegue a sinistra con salitella su strada dal fondo cementato, che successivamente diventa in sterrata e superato un tratto in frana (interdetto al transito veicolare - marzo 2021)
arriva allo slargo di Pian di Maranzan. 
Qui si prende il sentiero che si inoltra a destra nella zona boschiva (segnavia "2 triangoli rossi" e "n. 3" tracciati sugli alberi).
Si supera un tratto solitamente invaso di foglie cadute, per poi proseguire con un bel mezzacosta sul versante di Ellera.
Si perviene quindi nella zona della casa diroccata in località Cria, dopo la quale si continua con andamento a saliscendi in una bella zona di castagni.
In lontananza si notano le grandi pale eoliche erette nella zona del Monte San Giorgio, sopra Naso di Gatto.
Seguono alcune svolte in salita dal fondo piuttosto sconnesso.
Ad un bivio si prosegue a destra sino ad arrivare ad un colletto sulla dorsale.

Se si vuole raggiungere il Monte Castellazzo occorre qui individuare e seguire alla meglio, una traccia sulla sinistra che si inoltra tra alberi ed arbusti, in alcuni tratti piuttosto folti.
In poco più di 15', dopo percorso impervio (per Escursionisti Esperti), si arriva sulla sommità del Monte (582m), completamente avvolta dalla vegetazione.
Qui si possono notare alcuni resti perimetrali, attribuiti ad un antico "castrum d'altura", di epoca imprecisata.

Nei pressi si trovava anche una “torretta” di avvistamento, che pare comunicasse "a vista" con analoga struttura di Albissola, con un' altra situata nei pressi del Priamar di Savona ed un'ulteriore sulla dorsale del Monte S. Elena di Vado Ligure.




Ritornati al punto della deviazione, si prosegue ulteriormente sull’evidente sentiero che si snoda ora sul versante della zona del Santuario.
Il bel percorso in faggeta e tra i castagni termina sulla strada Via Ranco - Naso di Gatto, presso la stele dedicata al Generale Rampon, e commemorativa della battaglia delle truppe Napoleoniche contro quelle Austro/Piemontesi che si svolse in quest'ambito tra l'11 ed il 12 aprile 1796.

Giunti sulla strada asfaltata si segue quest’ultima a sinistra e ben presto si arriva alla deviazione per via Monteprato. 
Si svolta su questa che passa dalla Cascina Palaiella, posta in ottima posizione panoramica, poi transita poco sopra Case Ramè sottane e dopo lunga e ripida  discesa presso lo slargo dell'insellatura di Ca di Barbè. 
Di fronte alla recinzione di una casa di recente costruzione si possono ancora notare e ruderi dell'antico convento di monache, ormai  subissato  dalle erbacce.

Si continua sulla poco frequentata strada asfaltata che prende poi a scendere tra isolate abitazioni e coltivi, per terminare infine sulla piazza del Santuario, al cui centro spicca la fontana opera di Giacomo Ponsonelli costruita tra il 1702 ed il 1708.

E' consigliata una visita al complesso architettonico del Santuario di Nostra Signora di Misericordia, costituito dalla Basilica, costruita tra il 1536 e il 1540; dal Palazzo Pallavicini, costruito nella seconda metà del Settecento; dal Palazzo delle Azzarie, l’originario ospizio edificato entro il 1541; dal Palazzo dell’Ospizio costruito tra il 1593 e il 1616 e dal Palazzetto del Duca di Tursi, dal nome del benefattore Carlo Doria Tursi, cui fu concesso nel 1636.